“L’antifragilità va al di là della resilienza e della robustezza. Ciò che è resiliente resiste agli shock e rimane identico a se stesso; l’antifragile migliora.”
(Nassim Nicholas Taleb)
Inutile negare che la situazione che stiamo vivendo è senza precedenti. La prima ondata della pandemia ci ha colto impreparati e increduli, la seconda rischia di ammazzare la fiducia nel futuro.
A meno che…
Oltre la resistenza a oltranza, oltre la negazione e il rifiuto, c’è una terza possibilità, che è quella più ricca, perché non nega la realtà, ma anzi parte da quest’ultima per trasformarla in qualcosa di utile, per noi stessi in primis, per gli altri a seguire: è l’antifragilità.
Si parla tanto di “sopravvivere” al cambiamento, ma se invece il cambiamento lo accogliessimo e lo trasformassimo in qualcosa di utile?
Non è facile. Bisogna rimanere molto centrati e consapevoli in questo momento, per non perdere il senso di sé. Le limitazioni esterne non devono trasformarsi in limitazioni interne.
Cosa vuol dire? Sembra una cosa astratta, ma è invece molto concreta.
Come diventare, dunque, antifragile?
– ridisegnare le proprie abitudini, senza tralasciare ciò che ci fa stare bene, cambiando magari le modalità ma senza rinunciarci completamente (per esempio, se non posso andare in palestra mi prendo l’impegno di dedicare lo stesso tempo ad allenarmi a casa, invece di diventare parte integrante del divano);
– continuare a coltivare la speranza e la fiducia nonostante le incertezze, scegliendo con cura le parole che usiamo ogni giorno per raccontare agli altri e a noi stessi come stiamo (il modo in cui parliamo del nostro presente e del nostro futuro influenzano il modo in cui li percepiamo: scegliete parole positive o almeno neutre, in fondo davvero non sappiamo cosa ci riserva il futuro);
– provare a scrivere un diario della gratitudine quotidiano, per rimanere ancora attenti al bello (puó sembrare un esercizio sciocco, ma doversi sforzare ogni giorno per pensare ad almeno una cosa di cui siamo grati ci allena a non dare nulla per scontato e a rimanere centrati nel presente).
Non saremo mai più gli stessi di prima, anche quando la pandemia sarà superata, tanto vale scegliere fin dall’inizio in cosa vogliamo trasformarci.
Al cambiamento si può soccombere, resistere, oppure usarlo per migliorarsi e reinventarsi.
Tu cosa scegli?
Felicio De Martino dice
Ogni difficoltà, anche la più imprevedibile, non può non essere occasione di nuova conoscenza dello spazio, del tempo, di noi stessi e delle persone a cui ci relazioniamo. L’importante è affrontare ogni avversità senza farsi sconvolgere e prendendosi quel minimo di tempo per le necessarie valutazioni e poi fare ciò che si ritiene più giusto fare.
Laura Anzuoni dice
Esatto! Ci sono situazioni in cui ci ritroviamo senza poterlo evitare, ma quasi sempre ci resta la possibilità di scegliere almeno come reagire ad esse. E a volte questo fa tutta la differenza nel modo in cui ne veniamo fuori.