Quante volte abbiamo sentito dire che il respiro “corretto” è quello diaframmatico, cioè quello che proviene dal movimento del diaframma e quindi piu’ profondo.
Ma davvero esistono diversi “tipi” di respiro, alcuni giusti e altri sbagliati?
Vorrei qui sfatare alcuni miti del “respirare bene”, basati sulla mia esperienza di praticante e di insegnante.
Iniziamo col dire che tutti sappiamo come respirare, altrimenti saremmo morti. L’idea che si possa, in una classe di yoga ad esempio, insegnare a respirare, è secondo me fuorviante.
Esistono, nella tradizione yogica, tecniche di respirazione avanzate (le cosidette tecniche di pranayama), che vanno a modificare il ritmo normale del respiro per influenzare alcuni processi a livello corporeo. Si tratta, appunto, di tecniche avanzate, che andrebbero quindi svolte solo quando si è già avanti nella conoscenza del proprio corpo e comunque sempre sotto la guida di un insegnante esperto. Diversamente, ci possono essere controindicazioni e anche rischi per la propria salute.
Le tecniche di pranayama, per esempio, sono a mio avviso sconsigliabili da praticare con bambini.
È vero, invece, che la maggior parte delle persone ha difficoltà a respirare a causa di posture sbagliate, oppure per stress e tensioni accumulate nel corpo sotto forma di tensioni muscolari.
È su questo che si puo’ andare a lavorare.
Lo Yoga Somatico e i Movimenti Somatici sono uno strumento utlissimo per andare prendere prima consapevolezza, e poi sciogliere in modo naturale queste tensioni che tratteniamo nel corpo. A quel punto il respiro, prima trattenuto in modo innaturale, sarà nuovamente libero di fluire.
Ricapitolando:
se l’acqua di un fiume non riesce a defluire verso il mare a causa di pietre e detriti che ne ostruiscono il corso, quello che possiamo fare non è insegnare al fiume come muoversi verso il mare, ma piuttosto liberare il letto del fiume da questi ostacoli, liberandone il suo corso naturale.
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