Ciao!
Sono Laura, insegno yoga da piú di 15 anni ad adulti, sportivi e persone con specifiche esigenze motorie, ma ho iniziato praticando anche io da semplice studente, curiosa di saperne di piú su questa disciplina.
Quando si parla di yoga ci sono tanti stili e approcci diversi, è difficile capire quale sia adatto a noi, vero? Anche io ne ho esplorati tanti prima di approdare all’approccio somatico.
Vuoi sapere perché alla fine ho scelto proprio questa strada e perchè penso che potrebbe essere proprio quello che stavi cercando anche tu?
Quando tutto ebbe inizio
Vuoi ridere? La prima classe a cui ho partecipato è stata per seguire il ragazzo che mi piaceva, e mi sono ritrovata in una lezione avanzata di ben 2 ore! Il giorno dopo avevo male a muscoli di cui non sapevo nemmeno l’esistenza! È mai capitato anche a te dopo una lezione di yoga?
Ho dunque capito che forse era meglio che la mia pratica yoga fosse basata piú sul mio fisico, che non sui miei ormoni. Quindi ho iniziato a cercare un corso di yoga adatto a ME, ma all’inizio non è stato facile.
Ho passato ore a respirare sdraiata per terra e a ripetere parole in linguaggi sconosciuti…
Ho partecipato a classi dal ritmo frenetico in cui ti attorcigliavi tipo pretzel…
Ho seguito per anni un tipo di yoga che puntava all’allineamento perfetto e una rigida disciplina di mente e corpo (si impara tantissimo a restare fermi anche in situazioni di fatica, ma confini troppo rigidi a volte limitano il corpo).
Ho giocato con yoga e acrobatica, yoga e massaggio thai, persino yoga appesi in un’amaca gigante!
Ognuno di questi approcci mi ha insegnato qualcosa, ma da tutta questa esperienza stava nascendo qualcosa di nuovo.
Credere in sé contiene il dubbio
Quando ho deciso di iniziare la formazione per insegnare yoga avevo già accumulato un bel pó di pratica ed esperienza, ma avevo l’impressione che mancasse sempre qualcosa.
Lo yoga tradizionale mi sembrava troppo distante dalla mia quotidianità, lo yoga moderno era invece troppo ossessionato dalla performance e dai corpi perfetti. Mi sembrava che nessun tipo di yoga prestasse ascolto all’unica cosa veramente importante: le caratteristiche uniche di ogni persona.
Io invece, piú approfondivo lo studio dell’anatomia umana e piú ne ero affascinata: ogni corpo diverso dall’altro, eppure tutti perfetti nella loro unicità. Mi piaceva sperimentare con movimenti diversi, sentivo che le differenze erano un valore da non perdere e mi sembrava riduttivo limitare la pratica a sequenze tutte uguali.
L’anello mancante
Alla fine l’anello mancante l’ho trovato nello stesso posto da cui ero partita: il mio stesso Corpo.
Grazie ad una serie di insegnanti illuminati, che mi hanno aiutata a mettermi davvero in ascolto del mio corpo, ho scoperto nell’approccio somatico una chiave per aprire la pratica dello yoga all’unica persona davvero importante: SE STESSI.
Perché lo Yoga è un viaggio alla scoperta di sé e dei propri bisogni, e quindi è giusto che sia lo yoga ad adattarsi a noi e non noi allo yoga.
Ti è venuta voglia di provare?